(data: 15/1/2009)
Raccontaci qualcosa di te
Mi chiamo Simone Capurro, vivo in un paesino nella periferia di Genova, ho 31 anni e lavoro presso un negozio di nautica.
Come hai conosciuto lo yoyo ? Come hai cominciato ?
Era il 1999, durante una classica pausa pranzo universitaria (giusto quelle 6/7 ore), mi ritrovai in una libreria, e dopo aver attentamente schivato le letture impegnate, mi trovai nella sezione tempo libero in cui trovai un manualetto sullo yoyo e i trick base.
Non avevo ancora uno yoyo, ma da lì a poco comprai un asse fisso in legno, temporeggiai qualche giorno prima di comprarne uno con il cuscinetto per il prezzo piuttosto altino, ma resistetti poco.
Da lì scoprii il newsgroup di yoyomaniacs, che poi si divenne mailing list, i primi siti di yoyo stranieri, alquanto disarmanti per quanto fossero avanti, e le prime conoscenze di giocatori prima qui a Genova, e poi a livello nazionale ai Nats 2000.
Raccontaci la tua carriera di Yoer
Carriera, hehe.
Dunque, nonostante agli inizi escludessi categoricamente partecipazioni a contest, mi ritrovai in pochi mesi sul palco dei nazionali di Genova ’00 tra i pro, sicuramente una tappa importante, da lì il nazionale è diventato un appuntamento fisso di ogni anno, un occasione per incontrare amici coi quali a causa delle distanze è difficilino incontrarsi spesso.
Parlando dello yoyo in se stesso è partito inizialmente come una sfida per imparare i trick dei “pro” stranieri, più avanti, quando pian piano prende forma un proprio modo di giocare, è diventato un modo per mostrare quello che la nostra fantasia e abilità ci detta.

I momenti più significativi/emozionanti: persone incontrate, eventi
Direi il primo palco ai nazionali, i primi complimenti fatti da gente che ne sa, il primo incontro coi tedeschi al primo EYYM di Jesolo, lo spettacolo del sabato sera sempre all’EYYM di Jesolo, il mio trick insegnato a Tomonari Ishiguro che mi ha chiesto di poter esibire nei suoi spettacoli, il crescente sentir apprezzato il proprio modo di giocare dopo i nats vinti nel 2004 culminato con le sponsorizzazioni di Extremespin prima e della Brokenyoyos poi, l’EYYM 2008, ma forse più di tutto gli scorsi Nats di Casalecchio e i 20 secondi dopo il mio freestyle.
Chi ti ha più influenzato ? Quali sono i tuoi maestri?
Bene o male quelli che hanno influenzato tutti coloro che come me hanno iniziato una decina di anni fa, ovvero Escolar, Citadel, Lee, Brown, David Capurro, Berry, per poi arrivare a Semba, Ishiguro, Dellinger, Mr Whip, prevalentemente per imparare i loro trick.
Ora come ora col delinearsi del mio modo di giocare e la scarsa voglia/tempo di imparare tricks davanti a un video al rallenty traggo ispirazione da giocatori come Ung, Chow, Ando, Brewster, Jackson, Brock, Koloski e molti altri che avrò scordato, anche poco “vip”.
Anzi, devo dire che da quando mi impunto di meno a copiare, ma di più a godermi un bel video da cui prendere ispirazione, ho creato movimenti nuovi anche piuttosto personali.
Le domande solite: yoyo preferito, cordini, stile preferito, e perché
Per il gioco di tutti i giorni direi FH, che sia 1, Hyper, Zero, moddato o non moddato fa poca differenza… basta frugarmi nelle tasche per tirarne fuori sempre almeno uno, gioco molto anche con gli YYF, in particolare gli ultimi 888.
Per la competizione o Sumo o più recentemente Plug-in 3, che indubbiamente hanno una marcia in più rispetto alla plastica e molti yoyo in metallo, soprattutto in fase di gara.
Ovviamente ogni yoyo ha le sue caratteristiche e quindi un po’a periodi lancio yoyo differenti per gustarne le differenze per l’appunto.
Per quanto riguarda i cordini poco importa, me li sono fatti fino ad un paio d’anni fa in cotone, poi per pigrizia ho iniziato ad acquistarli, li preferisco un po’ più ruvidi per una reattività più decisa, quindi via di 50/50 anche se ogni tanto non disdegno i poly.
Oltre all’1A me la cavo abbastanza in 5A e 4A, per quanto riguarda il 2A ho solo qualche base, e nebbia totale per il 3A.
Domandona finale: cos’è per te lo yo-yo?
Innanzitutto devo dire che nell’arco dei 9 anni in cui ho giocato lo yoyo è molto cambiato a livello mondiale, se agli inizi era tutto un po’ più
naìve e spensierato, ora con le grosse case produttrici è tutto un po’ più commerciale, con sponsor che si accaparrano i giocatori migliori, dando luogo a volte a rivalità eccessive, o lasciando il movimento nelle mani di chi dello yoyo vede solo un trampolino per avere fama, visibilità e quant’altro, tralasciando per inesperienza o ignoranza gli aspetti più fondamentali di questa disciplina.
Indubbiamente a mio modo di vedere la verità sta nel mezzo.
A livello personale il movimento dello yoyo ha significato molto per me innanzitutto perché mi ha fatto ridimensionare la passione per passatempi indubbiamente più pigri e meno “sani”, che erano prevalentemente i videogiochi, che come a molti miei coetanei occupavano sin troppo tempo nell’arco della giornata.
Conseguentemente questo mondo mi ha fatto conoscere persone da tutta Italia e da tutto il mondo con cui ci si frequenta anche al di là dello yoyo giocato, cosa che non ha prezzo.
Mentre per quanto riguarda lo yoyo prettamente giocato per me è un modo per esprimere il proprio stile, mettersi alla prova, rilassarsi, restare attaccati a un qualcosa di giocoso che indubbiamente male non fa, anche se molti non lo ammetterebbero mai.
Competizione?
Un aspetto dello yoyo, ma di certo non il principale, vivere ciecamente solo quel lato indubbiamente fa perdere una grossa fetta di quello che questo passatempo può offrire; per quanto mi riguarda se salgo su un palco lo faccio per far vedere quello che so fare, preferibilmente davanti a chi come me condivide la stessa passione e ha un’idea di quello che faccio, e quindi eventualmente apprezzarlo o meno con cognizione di causa, non crucciandomi per dove sarò piazzato in quella lista di nomi a fine gara.
